Scrivendo nell'ombra, vivendo tra le stelle

Un viaggio personale tra anime giapponesi e stelle: vi racconto qualcosa su di me e le passioni che mi hanno ispirato.

Andrés XII

8/22/20253 min read

Scrivendo nell'ombra, vivendo tra le stelle
Scrivendo nell'ombra, vivendo tra le stelle

Oggi non voglio parlarvi tanto del mio romanzo, quanto di me, del cammino che mi ha portato a scrivere.

Da bambino passavo molte mattine da solo. I miei genitori lavoravano, i miei fratelli andavano a scuola la mattina, mentre io frequentavo il pomeriggio. Appena mi svegliavo, accendevo la televisione e mi immergevo negli anime: I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya) di Masami Kurumada, Dragon Ball di Akira Toriyama, Ranma ½ di Rumiko Takahashi, Slam Dunk di Takehiko Inoue. Più che cartoni animati erano compagni, punti di riferimento, mondi che colmavano la solitudine e davano forma ad emozioni che ancora non sapevo esprimere. E lo ammetto: il mio sogno, tuttora, è avere il modellino originale di Phoenix.

Durante l’adolescenza quella passione non mi ha abbandonato. Ho continuato a leggere manga e a guardare anime sempre più complessi e profondi: Fullmetal Alchemist di Hiromu Arakawa, Death Note di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata, Berserk di Kentarō Miura, Hunter × Hunter di Yoshihiro Togashi, L’attacco dei Giganti (Shingeki no Kyojin) di Hajime Isayama, fino a opere di culto come GTO – Great Teacher Onizuka di Tōru Fujisawa e Naruto di Masashi Kishimoto.

Tra tutti, Fullmetal Alchemist occupa un posto speciale: è l’anime sull’alchimia per eccellenza, emozionante e coinvolgente, che affronta il tema della morale della scienza — cosa è giusto e cosa è sbagliato perseguire a fini scientifici? È un’opera che consiglio a tutti, anche ai più giovani.

Sono anche un grande appassionato di Pokémon, creato da Satoshi Tajiri e illustrato da Ken Sugimori. Sia il videogioco che il gioco di carte collezionabili mi hanno «catturato» per la loro complessità: i tipi di Pokémon, le mosse, i poteri, le strategie. Ho voluto trasferire questa precisione nel mio worldbuilding, creando un universo in cui ogni potere zodiacale, regola e relazione tra i personaggi segue una logica coerente.

Le stelle come patrimonio universale

Il fascino delle stelle è un fenomeno universale. In ogni epoca e continente, popoli e culture diverse hanno guardato il cielo, vedendo in esso poteri, presagi e divinità: dagli antichi Egizi ai Maya, dai Greci agli aborigeni australiani. Questa eredità culturale ha ispirato la mia visione: per me le stelle non sono semplici simboli, ma bagliori che attraversano il tempo e lo spazio, fino a influenzare le nostre scelte.

Mi affascina pensare che l'energia stellare che oggi riceviamo sia partita da lì anni luce fa: un legame invisibile e silenzioso, eppure reale. Forse è per questo che alzo spesso lo sguardo al cielo, cercando non solo risposte, ma anche la consapevolezza di far parte di qualcosa di infinitamente più grande.

Le parole che hanno acceso la fiamma

Ricordo un episodio che mi ha segnato: un professore di Storia, dopo aver letto un mio tema, disse davanti a tutta la classe: “Non stupiamoci se un giorno Andrés diventerà uno scrittore.”

Io non ci credetti. Mancavo di fiducia in me stesso e non avevo ambizioni. Ma quella frase, seppure ignorata allora, rimase dentro di me come una brace sotto la cenere.

Molti anni dopo, durante la pandemia, quella brace è divampata. Il tempo si era fermato e io non potevo più contenere la mia immaginazione. Così ho iniziato a scrivere XII - Il Cordone d'Argento. Volevo dimostrare che mi sbagliavo a non credere in me stesso, e che quei giorni e mesi a casa erano l’occasione giusta per viaggiare con la mente. Ho finalmente dato voce a quel bambino che passava le mattine con gli anime, e all’adolescente che trovava nei manga risposte alle sue domande.

Altre ispirazioni

Accanto a manga e anime, ci sono state anche opere letterarie e narrative che hanno dato forma alla mia visione:

  • La Divina Commedia di Dante Alighieri

  • Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo di Galileo Galilei

  • Critica della ragion pura di Immanuel Kant

  • Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien

  • 1984 di George Orwell

  • Harry Potter di J. K. Rowling

  • Le Cronache dell’Acero e del Ciliegio di Camille Monceaux

  • Storia di una balena bianca raccontata da se stessa di Luis Sepúlveda

  • X-Men di Stan Lee e Jack Kirby

  • V per Vendetta di Alan Moore e David Lloyd

Da ciascuna ho tratto qualcosa: il pensiero filosofico, la curiosità scientifica, la spiritualità, la poesia della natura, la potenza delle metafore, la profondità della condizione umana e il coraggio di immaginare mondi e società alternativi.

Dal cielo alla pagina

Oggi so che scrivere per me significa questo: trasformare la solitudine in universi, le domande in storie, la mancanza di fiducia nel coraggio di esprimere sensazioni, sentimenti, idee, ma anche fuggire dal presente della nostra società occidentale malata e corrotta da consumismo, ignoranza e violenza.

E quando alzo lo sguardo al cielo, continuo a credere che l’energia che ci raggiunge dalle stelle, a distanza di anni luce, sia la stessa che ci spinge, nonostante tutto, a sognare, a raccontare, a non smettere di creare.

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